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al testo proposto da Alfredo Rienzi
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Cosmogonia
Non tenebra non caos. La tenebra vuole occhi che vedano, come il suono e il silenzio vogliono l’udito, e lo specchio, la forma che l’abita. Non spazio né tempo. E nemmeno una divinità che concepisce il silenzio prima della primeva notte del tempo, che seguirà infinita. Il gran fiume di Eraclito l’Oscuro non ha intrapreso il suo flusso irrevocabile che dal passato va verso il futuro che dall’oblio va verso l’oblio. Qualcosa che già soffre. Qualcosa che invoca. Dopo, la storia universale. Ora.
da La rosa profonda (La rosa profunda, 1975), testo spagnolo a fronte, a cura di Tommaso Scarano, Adelphi, Milano, 2013 - [varianti mie, 2016] |
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